Club Psòmega
Col disagio mentale Renato Boeri
è stato quotidianamente a contatto data la professione
di neurologo che ha svolto fino alla morte,
nel 1994. L'avevo conosciuto
una decina di anni prima, grazie a Massimo Bonfantini.
Ogni volta che lo vedo, Massimo mi pare l'incarnazione stessa
di una delle più belle definizioni di filosofia che mi
sia occorso di leggere: "La filosofia è il pensiero
che non si lascia frenare", scrive Adorno nei Paralipomena
della sua Teoria estetica. E irrefreanbile Bonfantini lo
è sempre stato. Dagli anni dell'università in cui,
poco più anziano di me, era il più giovane degli
assistenti di Enzo Paci, che teneva allora la cattedra di filosofia
teoretica, ai tumulti del '68 in cui già metteva in guardia
sui temi dell'ecologia e dell'ambiente che sarebbero divenuti,
per così dire, di moda una ventina di anni dopo, al lavoro
paziente del decennio successivo per introdurre in Italia il pensiero
di Peirce, alle sue opere di semiotico di fama quale è
oggi: sempre Bonfantini è stato mosso da quella passione
di capire e di conoscere che la formula di Adorno esprime e che
trova in lui l'esempio vivente.
Una filosofia, quella di Massimo, che non si lascia restringere
negli scaffali polverosi di una qualche accademia, ma si nutre
del gusto tutto socratico del confronto, del dialogo, della parola
che si invera nella voce. Quella sua voce profonda, il lampo di
intelligenza dietro lo spessore delle lenti mi hanno accompagnato
incontro a una folla di personaggi fuori dal comune.
Per me è diventata ormai una consuetudine che scandisce
il volgersi delle stagioni raccogliere nella casella della posta
le lettere colorate che la moglie di Massimo, Luciana, che è
un'artista dell'organizzazione e una roccia di tenerezza che è
bello avere accanto, mi spedisce per annunciare la convocazione
delle riunioni del primo giovedì di ogni mese. E così,
dall' '85 ad oggi, attraversando Milano, i cui muri progressivamente
si svuotavano degli ultimi manifesti politici per trasformarsi
nell'osceno totem che celebra i trionfi della merce, entravi,
-prima al Padiglione Besta dell'Istituto Neurologico di cui era
direttore Boeri, poi alla Casa della Cultura,
e oggi al Circolo De Amicis o alla Libreria Tikkun- in un'oasi
di ragionamento e dibattito che pare quasi impossibile questa
città possa albergare.
In L'altezza del gioco, Cagliari,
CUEC, 2003
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